Staffetta sanitaria – Rete Kurdistan Italia

Le testimonianze dal Kurdistan che Zerocalcare ci ha raccontato provengono dalle sue partecipazioni alle staffette romane.

La Staffetta Sanitaria di Rete Kurdistan Italia è una rete di persone e associazioni che dalla fine del 2014 si occupa, insieme a Mezza Luna Rossa Kurdistan Italia, di sostenere il sistema sanitario del Rojava. In questa pagina abbiamo cercato di riassumere brevemente il contesto storico delle zone in cui opera la staffetta e si presentano alcune azioni, in particolare quelle a cui ha partecipato Zerocalcare.

La questione curda.

Dopo la prima guerra mondiale, gli accordi delle potenze vincitrici prevedevano la nascita di un Kurdistan indipendente, ma quest’ultimo finisce per essere diviso in 4 Stati nel 1923 (trattato di Losanna): Turchia, Siria, Iraq e Iran. In ognuno di questi Stati, i Curdi sono repressi e assimilati.

La figura di Abdullah Öcalan dà nuovo vigore alla causa curda: è il leader del Partito dei Lavoratori curdo (PKK), fondato ufficialmente nel 1978; porta avanti una lotta di liberazione nazionale ispirata ad un’ideologia marxista-leninista. Inizialmente si tratta di una lotta armata internazionalista per creare uno stato curdo indipendente, riconosciuto, in modo da tutelare i diritti della popolazione, ma già all’inizio degli anni Novanta il PKK comunica ufficialmente la volontà di una ricerca di una soluzione politica e pacifica alla situazione curda e più volte dichiara delle tregue unilaterali, che purtroppo non portano i risultati sperati. Perseguitato dalla Turchia, nel 1998 dopo un’odissea di quattro mesi alla ricerca di protezione e appoggio per la causa curda, Öcalan viene invitato in Italia e arriva quindi a Roma per richiedere l’asilo. Tantissimi cittadini curdi si accampano a Roma nel freddo per chiedere il permesso di soggiorno per il loro leader e invocano una soluzione pacifica. Un giovane Michele Rech assiste all’abbandono del leader del PKK da parte della realtà politica italiana, mentre i centri sociali romani si attivano per l’accoglienza della comunità curda e il sostegno a un popolo in lotta per la propria autonomia.
L’Italia non concede a Öcalan lo status di rifugiato politico e viene spinto a lasciare il paese. La domanda di asilo viene comunque portata avanti e accolta quando ormai è troppo tardi: nel 1999 Öcalan viene arrestato in Kenya e condotto nell’isola-prigione turca di Imrali, in cui si trova tuttora. Tuttavia il suo asilo politico è valido, tanto che Luigi Saraceni, avvocato di Öcalan vent’anni fa, scrive nel suo libro: “«È scandalosa l’indifferenza con cui l’Italia tollera in silenzio da quasi 20 anni che un cittadino del mondo al quale ha accordato asilo politico sia sottoposto a un regime carcerario certamente inumano e degradante». Durante il processo e attraverso degli scritti dal carcere, Öcalan apporta dei cambiamenti sostanziali alla strategia politica del PKK, abbandonando definitivamente il paradigma dello Stato-nazione e approcciando la strada del confederalismo democratico formalizzato nella Carta del Contratto Sociale del Rojava.

 

Durante la guerra civile in Siria (iniziata nella primavera 2011), le forze rivoluzionarie si autorganizzano per prendere il controllo della regione del nord del paese, il Rojava. Costituiscono delle milizie armate di autodifesa (YPJ femminile e YPG maschile, che in seguito confluiranno nelle Forze Democratiche Siriane miste) in opposizione alle forze governative di Assad e alle truppe armate islamiste. Nel 2014 nasce formalmente l’Amministrazione autonoma della Siria del nord-est e si sviluppa sul territorio un progetto basato sui principi del confederalismo democratico teorizzato da Abdullah Öcalan: l’ecologia sociale, la liberazione della donna, la convivenza pacifica di tutte le etnie e religioni e l’economia solidale.

Nel 2014 i media mainstream occidentali accendono i riflettori sulla battaglia contro Isis (daesh), raccontandone l’avanzata inarrestabile e mettendo in avanti le immagini più suggestive della resistenza, come le milizie femminili delle YPJ, ma senza mai spiegare come si fosse arrivati a quello stadio e per cosa stessero combattendo.

Questo ha spinto decine di attivisti a far partire una staffetta che fosse presente in maniera permanente in quei luoghi, per sostenere la rivoluzione e i suoi ideali, per sostenere la resistenza, per imparare qualcosa da portare nelle nostre comunità e per creare una contronarrazione degli eventi in corso.

Le staffette di Rojava Calling si susseguono, provenienti da diverse città italiane e composte ogni volta da piccoli gruppi di persone; Uiki Onlus, l’Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia, garantisce il coordinamento. Le staffette entrano nei campi profughi, supportano il lavoro dei volontari, cercano di rispondere in modo concreto ai bisogni sul campo e di sostenerli con ogni mezzo a disposizione: lavoro manuale, invio di farmaci e personale medico, attrezzature. Bisogni sempre importanti in un territorio stremato da anni di guerra e dal duro embargo da parte della Turchia e dell’Iraq.

Zerocalcare e la sua partecipazione alle staffette

Zerocalcare parte alla fine del 2014 al confine turco-siriano con la staffetta romana per Kobane, in un momento di scontri molto intensi tra le YPG-YPJ e l’Isis. La staffetta aiuta la costruzione dei campi profughi, lavora nei magazzini che distribuiscono pacchi alimentari ai campi e cerca di capire la storia di Kobane e del conflitto in corso attraverso incontri e interviste.

Al rientro delle popolazione di Kobane dai campi profughi nei pressi del confine turco, Staffetta sanitaria invia medici ed infermieri volontari a supporto della Mezzaluna Rossa Curda del Rojava, attività che continuerà per qualche anno fino a quando sarà necessario e possibile.

Un secondo viaggio di Zerocalcare si svolge nel 2015, in Rojava. Come raccontato da Giovanni De Mauro (pagg 63-64) e nella scheda su Kobane Calling (p. 105), Zerocalcare utilizza il linguaggio del fumetto per raccontare queste esperienze

Reportage su Internazionale, autoproduzioni, Kobane Calling edito da Bao Publishing: i soldi ricavati sono sempre devoluti al sostegno della causa curda e della loro rivoluzione.

Zerocalcare presta la propria matita anche per la prefazione a fumetti del volume “Kobane, diario di una resistenza. Racconti di una staffetta di solidarietà” edito nel 2015 che è un diario di viaggio collettivo, raccontato in prima persona plurale dalle decine di attivisti che si sono succeduti nelle staffette.

Sin dalle prime autoproduzioni di Kobane Calling , Michele ha tenuto molte presentazioni con l’intento di sensibilizzare il pubblico e parallelamente a ciò ha messo a disposizione molte sue tavole per aste sempre per raccogliere fondi destinati a Rete Kurdistan.

In occasione di alcuni incontri, come Matite per Kobane, ci sono state anche delle letture pubbliche della graphic novel con, tra le altre voci, la partecipazione di Emanuela Fanelli che sarà in seguito, nel 2021, con Zerocalcare stesso e Stefano Fresi protagonista della trasposizione in audiolibro per la piattaforma Storytel.

Dall’inizio del sostegno delle staffette sanitarie, molte cose sono cambiate dal punto di vista politico: Isis è stato sconfitto ma non c’è stato un vero miglioramento delle condizioni materiali. La sconfitta di Daesh ha determinato lo spegnimento dei riflettori in quelle zone, cosa che ha portato al ritiro dell’America e poi il via libera all’attacco della Turchia, con tutta la potenza del secondo esercito della Nato e quindi un’importante sproporzione di mezzi. Nelle zone occupate dalla Turchia è stata stabilita la Sharia. Prosegue la resistenza e proseguono instancabili le azioni di Staffetta Sanitaria, per sostenere un progetto che è una grande speranza per un futuro di pace, libertà e democrazia in Medio Oriente.

A maggio del 2021, Zerocalcare prende parte ad una nuova staffetta a cui tra gli altri partecipano il videomaker Manolo Luppichini, i giornalisti Chiara Cruciati e Francesco Brusa, diretta questa volta nel Kurdistan iracheno, a Shengal (nome arabo: Sinjar). In questa zona vivono gli Ezidi, una comunità di religione pre-cristiana e pre-islamica da sempre marginalizzata e oggetto di tentativi di genocidio; l’ultimo risale al 3 agosto 2014 per mano dell’Isis. Lasciati soli dalle truppe (peshmerga) irakene, è il PKK a scendere dalle montagne (dove si trovano le loro accademie) per difenderli. Questo contatto permette la nascita di una resistenza ezida e la creazione di forze di autodifesa maschili e femminili come in Rojava: il PKK addestra gli Ezidi militarmente e politicamente perché abbiano una propria organizzazione autonoma secondo i principi del confederalismo democratico e una propria autodifesa. Una situazione che il governo centrale irakeno e quello di Barzani non tollerano: con l’accordo di Sinjar del 9 ottobre 2020 stipulano che l’amministrazione autonoma deve sciogliersi, che le forze di autodifesa si devono liquidare in modo che a Shengal tornino i peshmerga e l’esercito iracheno, come prima del massacro del 2014. Ma gli Ezidi non accettano di far entrare chi ha permesso il loro massacro e resistono agli attacchi, ignorando l’ultimatum imposto.

Zerocalcare e gli altri membri della delegazione volevano ugualmente entrare nel campo di Makhmur, un campo profughi sotto il controllo delle Nazioni Unite in cui vive chi è scappato dalla Turchia negli anni 90, quando quest’ultima ne ha bruciato i villaggi curdi per prosciugare il sostegno al PKK. Queste persone hanno vagato per mesi, insistendo per restare unite, finché non gli è stato concesso di restare a Makhmur che era allora un posto inospitale, in cui c’erano solo sassi e scorpioni e che loro hanno reso abitabile.

Makhmur è il primo posto civile (non contando quindi le montagne in cui vivono i/le combattenti del PKK) organizzato secondo il confederalismo democratico, ancora prima di Shengal e del Rojava. È riconosciuto come un posto estremamente determinato a vivere secondo quei principi e ciò lo rende oggetto di continui attacchi e bombardamenti. È sottoposto a un durissimo embargo, tanto che anche le ambulanze hanno difficoltà ad entrare e portare soccorso quando serve. Zerocalcare e i suoi compagni e compagne di viaggio non sono potuti entrare a Makhmur, una delegazione del campo (composta dai vari responsabili, uomini e donne) è uscita per incontrarli.

Dopo il viaggio, Zerocalcare racconta in un reportage a fumetti uscito su Internazionale a luglio del 2021 l’incontro con la delegazione del campo di Makhmour e di quello con Heval Zagros, membro del KCK, l’unione delle comunità del Kurdistan che per riprendere la definizione che Zerocalcare dà in etichette è “un’organizzazione ombrello di cui fanno parte i principali partiti, associazioni e forze di autodifesa curdi tra Turchia, Iran, Iraq e Siria, che si riconoscono nel confederalismo democratico”. Quest’ultimo fa passare un messaggio importante: la Turchia sta attaccando le montagne, dove si trovano i combattenti e le combattenti del PKK, per attaccare il confederalismo democratico. Kobane, il Rojava, Shengal… sono supportati dalle montagne: se cadono le montagne, tutto rischia di essere spazzato via.

 

“Se cadono le montagne” è il titolo che Internazionale sceglie per il numero con il reportage di Zerocalcare, e sarà il titolo anche dello stesso racconto stampato come autoproduzione benefit per la causa curda. Zerocalcare aveva dato invece il titolo di “Etichette” al reportage, riferendosi al fatto che chi sta sulle montagne non gode di simpatia e empatia come le combattenti curde: il PKK si trova nelle liste del terrorismo internazionale, nonostante abbia difeso Kobane e gli Ezidi; quest’etichetta di “terrorismo” permette di giustificare gli attacchi verso di loro. “E l’ipocrisia europea applaude chi sconfigge l’Isis, ma appoggia chi bombarda le montagne”.

In questo caso Michele porta per un pezzo di strada, fino al confine con il Rojava, una protesi di arto superiore stampato in 3D da un Gruppo di lavoro promosso da Staffetta, Ingegneria Senza Frontiere di Roma e lo spazio sociale 100CelleAperte di Roma. L’obiettivo è farla arrivare all’ambulatorio ortopedico di Qamishlo quale prova degli esiti raggiunti da questo progetto.

Il 9 ottobre 2021 si tiene al centro socioculturale curdo Ararat di Roma un incontro intitolato “Se cadono le montagne”, che si può rivedere sulla pagina Facebook di lab-tv, in cui si approfondiscono i temi del viaggio. Lo scopo, oltre presentare l’autoproduzione per la raccolta fondi, è di tenere alta l’attenzione su quei luoghi: 72 ore dopo l’incontro con la delegazione di Makhmur, un drone turco ha bombardato il campo, e da allora si susseguono gli attacchi a Shengal e a Makhmur.

Zerocalcare racconta il suo viaggio verso Shengal e l’incontro con la popolazione degli Ezidi nel suo libro No sleep till Shengal, uscito il 4 ottobre 2022.

Una nuova autoproduzione è disponibile per sostenere il Kurdistan: l’albo “Tempo di speranza – Libertà per Öcalan” che comprende una “piccola guida per non sentirsi smarriti se si parla del PKK o di Öcalan” di 9 pagine e “Se cadono le montagne”. Si può richiedere una spedizione scrivendo a [email protected]

I progetti di Staffetta Sanitaria – Mezzaluna Rossa

Riportiamo alcuni esempi dei progetti che sono stati portati avanti da Staffetta Sanitaria e Mezzaluna Rossa Kurdistan Italia Onlus e le iniziative per le raccolte fondi, con i disegni “dell’instancabile e generoso Michele”, come ha tenuto a sottolineare Staffetta sanitaria.

Un ospedale per il Rojava

 

Dicembre 2015: nella regione di Tall Temir (nord della Siria), teatro di scontri tra Isis e la resistenza curda, viene distrutto da un bombardamento l’unico ospedale della regione. Lo staff medico attiva un punto di emergenza che fatica a sostenere il gran numero di feriti. Staffetta sanitaria e Mezzaluna Rossa Kurdistan si attivano per raccogliere i fondi per la ricostruzione dell’ospedale, dalla progettazione alla costruzione e l’avvio dei servizi sanitari.

Per finanziare il progetto della costruzione dell’ospedale arriva anche Azadì – una birra chiamata libertà. Ultimata la costruzione dell’ospedale, Azadì continua ad essere prodotta e distribuita portando il proprio contributo ad altri progetti della Staffetta sanitaria, come l’invio di risorse per l’emergenza Afrin, spedizioni molto consistenti per un totale di 780 chili di medicinali e piccole attrezzature le quali sono state spedite via aerea in Rojava alla Mezzaluna Rossa Curda, il sostegno nel 2020 in piena emergenza covid…

Una clinica per i profughi di Afrin

Gennaio 2018: il governo turco, insieme alle bande jihadiste che supporta, lancia l’operazione “Ramoscello d’ulivo” per conquistare il territorio del cantone di Afrin. A causa degli intensi attacchi, la popolazione è costretta a migrare verso il cantone di Shahba, area che presenta problemi di sovraffollamento, mancanza di infrastrutture, presenza di ordigni inesplosi, epidemie…
Mezzaluna Rossa Kurdistan italia lancia una campagna che ha come obiettivo principale la ricostruzione di una clinica per far fronte alle esigenze sanitarie di base dei profughi.

Calendario internazionalista “Batti il tuo tempo nel 2022”

L’iniziativa di raccolta fondi più recente ha visto la partecipazione di artisti e artiste che hanno donato un loro disegno per la realizzazione di un calendario di 13 mesi (gennaio 2022-gennaio 2023) comprendente, per ogni mese, un disegno a tema, una citazione e le date da ricordare. Nel suo appello, Staffetta Sanitaria ricorda le importanti azioni che sono state rese possibili grazie alla partecipazione di altre strutture e singole persone solidali : “invio di un TIR di vitamina D e antibiotici e di 15mila mascherine in Siria del nord-est; invio di 150 kg fra DPI, disinfettanti, assorbenti, medicinali sul confine polacco; sottoscrizione per finanziare la Clinica Mobile della Fondazione delle donne libere del Rojava e contribuire alla costruzione di un Ospedale in Sinjar (Iraq); contributo alle spese per sostenere i costi per la cura di bambin@ e adult@ i cui casi, incurabili localmente ed in tale ambito si situa l’iniziativa del Calendario, che, come una barca, ci accompagnerà nel fiume delle vite e delle lotte che verranno”.

Zerocalcare ha contribuito con il ritratto di Lorenzo Orsetti Tekoşer per il mese di marzo e un poster formato A3

“HER DEM AMADE ME – Siamo sempre pronte, siamo sempre pronti”

Questa raccolta composta da un doppio CD è dedicata alla memoria di Lorenzo Orsetti Tekoşer, ragazzo fiorentino arruolatosi nelle YPG e morto in Siria per mano dell’ISIS il 18 marzo 2019, all’età di 33 anni. Il progetto è curato da Lucio Leoni, prodotto da Blackcandy Produzioni in collaborazione con Arci Firenze, Associazione Lorenzo Orso Tekoşer, UIKI Onlus, WJAR- Weqfa Jina Azad a Rojava e Bao Publishing.

Zerocalcare ha contribuito nelle illustrazioni del booklet, che provengono dal suo fumetto “Macelli” dedicato alla storia di Orsetti. Fanno parte del progetto anche la versione autoprodotta di “Macelli” e il volume “ORSO – Scritti dalla Siria del Nord-Est – Lorenzo Orsetti Heval Tekoşer Pilling” (Redstar Press), che raccoglie gli scritti, le foto e le trascrizioni delle interviste di Lorenzo “Orso” Orsetti nel periodo della sua permanenza in Siria.

I proventi sono destinati interamente al centro Alan’s Rainbow di Kobane per dotarlo di un ambulatorio pediatrico intitolato a Lorenzo Orsetti Tekoşer, partigiano internazionalista.

A Lorenzo è dedicato anche il numero 8 di ANTIFA!nzine, uscito a febbraio 2022, che presenta vari contributi e illustrazioni, oltre ad un poster di Lorenzo Ceccotti e la copertina di Zerocalcare.

 

Per approfondire:

Libri consigliati:

  • Kobane Calling – Oggi (Zerocalcare, Bao Publishing
  • La vostra libertà e la mia (a cura di Thomas Jeffrey Miley e Federico Venturini, Edizioni Punto Rosso
  • Kobane, diario di una resistenza (Rojava Calling, Edizioni Alegre)

Link a questa pagina: